Riflessioni per un 2021 migliore

Ci sono anni destinati a non lasciare traccia e altri che lasciano un segno indelebile. Il 2020 doveva essere un anno rotondo, simmetrico, numericamente rassicurante e invece…

L’infermiera esausta, il convoglio di camion dell’esercito con il loro carico di morte, la solitudine dei vivi e quella dei morti…

Come le antiche tribù abbiamo imparato a gestire la prossemica ma ci è mancata la gioia ed il calore di un abbraccio.

E’ stato un anno di dolore e sofferenza ma anche di nuove consapevolezze. 

La solitudine ci ha fatto capire il senso ed il valore della dimensione collettiva, ci ha fatto capire che la nostra forza è la forza dell’altro e dell’altro ancora.

Pensavamo di essere padroni del mondo ma dove l’uomo ha fatto un passo indietro la natura ha fatto un passo avanti.

Forse il covid è arrivato per questo, per farci capire che il progresso, le conquiste sociali, sono reali solo se uomo e natura procedono uniti.

Siamo fatti della stessa materia dell’universo ma siamo più fragili ed il 2020, con il suo lascito di dolore e solitudine, è il segnale della necessità di una rinascita.

Non è un’utopia: se in breve tempo può verificarsi tanta sofferenza, in altrettanto breve tempo può succedere tanta gioia.

E’ questo il mio augurio per tutti: un 2021 fatto di sorrisi, di abbracci, di solidarietà e inclusione.

Luciano Pedrini

Dirigente in primarie aziende di comunicazione oggi agente e consulente d’azienda nel settore immobiliare. Nei ritagli di tempo svolge l’attività di blogger perchè come scrive Seneca: il tempo non è una risorsa infinita e quindi non va sprecato.

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