Riflettiamo sulle occasioni perse, sul nostro modo di vivere la quotidianità, sulle nostre abitudini e scorciatoie mentali che rischiano di prevaricarci.
Tutto nasce al mio risveglio o meglio alla vista dell’immagine di copertina che ha avuto il merito di attivare le mie sinapsi. L’istantanea è molto evocativa ma i commenti dei post, nel caso specifico si trattava in prevalenza di miei colleghi agenti immobiliari, lo erano ancora di più. Senza una precisa direzione e con il pregio della sintesi propria degli emoticon, i commenti erano orientati tra dispiacere, preoccupazione, stupore ma anche ilarità. Spesso nei “social” l’ilarità è usata come il sale in cucina, ovunque e molto spesso anche a sproposito. Non ho la pretesa di andare oltre al significato generale che la fotografia rappresenta. Non so se la vendita dell’appartamento è servita a coprire debiti, per un trasferimento alle Maldive o semplicemente per cambiare affitto… Per quello che ne so l’immagine potrebbe essere anche un fake costruito ad arte… che importa… non è interessante l’autenticità o il significante quanto piuttosto il significato dell’immagine. L’istantanea non comunica semplicemente la vendita di un appartamento ma la perdita della speranza che è un qualcosa di immensamente più grande e importante della perdita della propria casa. Ad un essere umano si può togliere tutto tranne il diritto alla speranza: senza speranza non c’è libertà, non c’è presente, non c’è futuro, non c’è progresso, non c’è vita… Togliere la speranza ad un uomo significa togliere la speranza anche alla sua famiglia, ai suoi cari… è contagioso, più contagioso della pandemia da COVID dalla quale abbiamo le risorse per uscirne, è solo una drammatica questione di tempo. L’ascensore sociale intergenerazionale è da parecchio tempo fermo e non solo in Italia, ma ai nostri figli stiamo togliendo anche le scale, li stiamo costringendo a vivere nei piani interrati. C’è un punto che a mio parere deve essere chiaro: nell’eterna competizione tra la forza delle immagini e delle parole gli arbitri siamo noi, la differenza la facciamo noi… Di fronte a queste immagini non cerchiamo facili scorciatoie o consensi, non dimostriamo sorrisi o ilarità ma indignazione profonda, non cerchiamo colpe altrui ma indaghiamo sulle nostre. Plaudo alle semplicità con cui certe comunicazioni possono lacerare la nostra coscienza e renderci capaci di ragionamenti profondi; sono esperienze che ci migliorano se non le banalizziamo. Non cadiamo nella superficialità, ricordiamoci che con l’atteggiamento giusto, assieme, possiamo spingere la luce del giorno verso il buio della notte e nel nostro piccolo fare la differenza.
Luciano Pedrini
Dirigente in primarie aziende di comunicazione oggi agente nel settore immobiliare e founder di Ella Home. Nei ritagli di tempo svolge l’attività di blogger perchè come scrive Seneca: “il tempo non è una risorsa infinita e quindi non va sprecato”.