La città del futuro è inclusiva e il modello Milano rischia di non esserlo. Per questo motivo dobbiamo fare la differenza.
L’equilibrio tra chiusura e apertura verso gli altri
In natura è conveniente essere sospettosi; è quindi comprensibile vietare l’accesso della nostra casa agli estranei. Nella piramide dei bisogni dell’uomo, il primo obiettivo è la sopravvivenza e questa si ottiene grazie ad un pasto e ad un posto sicuro per noi e per i nostri cari.
D’altro canto il dovere di ospitalità è antico quanto l’uomo ed è alla base della nostra stessa esistenza e l’uomo è predisposto biologicamente per aiutare chi è in difficoltà.
Guardare l’estraneo con diffidenza o ignorarlo perché non vogliamo farlo entrare nella nostra vita non è etico e nemmeno naturale anche perché il precetto di sicurezza e di solidarietà possono coesistere.
Il volontariato, le collette alimentari, consentono di aprire virtualmente la nostra casa agli estranei, offrendo loro un pasto, un servizio, ma anche la consapevolezza che l’uomo non è un’isola e che il rispetto per il singolo passa necessariamente dal rispetto per gli altri.
Fare del bene agli altri non è solo altruismo poiché consente di far del bene a noi stessi. Un cellulare nuovo ha una sua obsolescenza naturale e tecnologica, il piacere che è in grado di fornire è limitato dalla bramosia di possedere un nuovo modello più figo e costoso.
Fare del bene, mettendosi in gioco donando il proprio tempo o una piccola parte di ciò che abbiamo guadagnato, è un investimento nel futuro che in grado di produrre effetti positivi per sempre.
La Milano da bere è in difficoltà
Sono oltre 100.000 i milanesi che, secondo uno studio della fondazione Cariplo vivono in condizione di povertà assoluta, se si mettessero in fila gli uni accanto agli altri si formerebbe una catena umana lunga 100 km.
Dei 100.000 indigenti 21.000 sono minori. Un minore su dieci a Milano non può permettersi un’alimentazione corretta ed una casa adeguata.
Il censimento dei senza fissa dimora condotto dal Comune di Milano in collaborazione con la Caritas Ambrosiana, e l’università Bocconi nelle notti tra il 19 e 21 febbraio 2018 ha rilevato in Milano la presenza di 2.608 persone. 2.021 erano ospiti presso i 32 centri di accoglienza presenti in Milano mentre 587 sono stati individuati in strada.
Un dato molto preoccupante è quello dei Neet. I Neet sono persone di giovane età che non lavorano, non studiano e non frequentano corsi professionali, a Milano e nella provincia sono oltre 78.000 giovani con età compresa tra i 15 ed i 29 anni.
Nella città di Milano sono presenti numerose associazioni di varia natura che svolgono attività di sostegno alle persone indigenti e bisognose. Secondo l’osservatorio sociale Ores il 38% dei 1.589 enti del privato sociale che operano in Lombardia si trovano nell’area metropolitana di Milano.
Milano ha numerosi punti di accesso al cibo gratuito ma non basta anche perché la situazione post covid se possibile rende lo scenario ancora più drammatico.

Fonte: Comune di Milano – rapporto sistema del cibo di Milano
La Milano del futuro dovrà essere inclusiva
La nostra città è bella, ricca di stimoli, multiculturale… Considerate tuttavia che una famiglia milanese, per vivere in città in modo adeguato, deve spendere non meno di 3.000 € al mese e non è facile oggi guadagnare tanto.
Il modello Milano rischia quindi di implodere perché non è inclusivo.
La Milano della movida, la Milano da bere, non hanno futuro se Milano non diventa anche la città della speranza, delle opportunità, della condivisione. Milano è stata inclusiva nell’Italia del dopoguerra grazie ad una congiuntura per molti aspetti irripetibile. Per questo motivo la frontiera dell’inclusione oggi non può essere solo economica ma deve avere le radici nel volontariato. Molti milanesi lo sanno e con fatica, giorno per giorno, alimentano quell’esercito di volontari che onorano la nostra città.
Per fare la differenza, tuttavia, è essenziale anche il tuo aiuto. Pensaci.
Dirigente in primarie aziende di comunicazione oggi agente e consulente d’azienda nel settore immobiliare. Nei ritagli di tempo svolge l’attività di blogger perchè come scrive Seneca: il tempo non è una risorsa infinita e quindi non va sprecato.
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